I lavori del Campo Scuola Giovani Cisl 2019, incentrato sul tema della Persona e del Lavoro, in nome di un nuovo umanesimo del lavoro hanno preso il via lunedì 23 settembre 2019 nella cornice dell’Ambasciatori Place Hotel di Fiuggi, registrando una grande partecipazione di giovani. Ben 60 i rappresentanti di ogni categoria sindacale e del mondo delle associazioni accomunati dalla stessa sigla sindacale che hanno preso parte ai lavori del Campo con grande entusiasmo e voglia di mettersi in gioco sin dal loro arrivo.
L’accoglienza è stata affidata al Direttore del Centro studi Cisl Francesco Scrima, il Segretario Generale USR Cisl Lazio Enzo Coppotelli, il Segretario Confederale Cisl Giorgio Graziani e alla carismatica figura del Responsabile del Percorso, per la Fondazione Tarantelli Centro Studi Ricerca e Formazione, Enzo Marrafino.
Il clima del Campo Scuola è stato da subito incentrato sulla socializzazione e la condivisione. I temi presentati e l’approccio hanno messo al centro la partecipazione interattiva dei giovani come attivisti del futuro attraverso il tema del lavoro come concetto emancipativo. E’ stato proposto un metodo induttivo di lavoro, basato sull’elaborazione di lavori di gruppo tematici da esporre all’assemblea e agli ospiti intervenuti nelle diverse giornate. Un metodo che ha coinvolto e spronato le menti dei giovani nel presentare la realtà dei giorni nostri con estrema oggettività.
Il tema del lavoro è stato il filo conduttore delle giornate formative del Campo Cisl, che è stato sviscerato in ogni suo aspetto in una proiezione futuristico – pragmatica non troppo lontana. L’altro tema trattato, inscindibile da quello del lavoro, è stato quello della persona. La persona umana in quanto tale e nella sua realizzazione come lavoratore ossia portatore di valore sociale nella società. Ebbene sì, il lavoratore è un portatore di valore, di lavoro. È questa la peculiarità da valorizzare per il futuro della società e del mondo del lavoro. Bisogna investire e porre la giusta attenzione su ciò che può portare ad un lavoro sano, partecipato e collaborativo. Tener presente qual è l’etica del lavoro, ossia i principi che fondano e regolano le attività lavorative, le loro relazioni e il loro valore sociale. Su questi aspetti si può tornare a costruire una società solida e coesa. L’Italia del dopoguerra portava avanti l’idea di sacrificio e unione per far ripartire il paese. Era unita contro la difficoltà e spinta dalla voglia di emanciparsi da essa ci ha ricordato la testimonianza di Don Sandro Fadda e di Andrea Cuccello, Segretario Confederale Cisl nel suo intervento. Attualmente si vive in una situazione di apatia e rassegnazione difronte allo stallo generale, e questo si vede proprio nei giovani che più pagano lo scotto delle scelte politiche della classe dirigente.
Ma il Campo Scuola ha mostrato una una significativa testimonianza di quanto l’idea generalizzata di stasi e rassegnazione non venga abbracciata da tutti, e che ognuno nel suo piccolo può essere risorsa e coinvolgere gli altri alla mobilitazione e al proselitismo per sovvertire l’ordine delle cose in nome di nobili valori quali il lavoro e l’emancipazione dei giovani per ridare valore e protagonismo alla persona e al lavoratore .Il concetto chiave del lavoro è stato inteso infatti come fondamento dell’emancipazione giovanile del nostro millennio. Puntare ai giovani come risorse del Paese, alla loro emancipazione attraverso il lavoro, e ripristinare il vero valore del lavoro.
E’ stato questo uno dei temi più cari alla Furlan nel suo intervento al Campo Scuola Cisl che ha ribadito quanto il valore dell’aggregazione, dei valori, del lavoro e dei giovani in questa cornice possano esser e il motore per il futuro della nostra nazione. A lei inoltre il compito della consegna degli attestati di partecipazione a questo evento formativo targato Cisl, un momento particolarmente atteso da tutti i giovani cislini nell’incontrare il loro straordinario Segretario Generale.
Ma i lavori del Campo sono stati animati da diversi dibattiti che hanno passato in rassegna anche le nuove forme di lavoro dovute alla Quarta rivoluzione industriale e alla globalizzazione con i vantaggi e criticità che ha generato. I giovani, le imprese, i sindacati si trovano difronte una materia sempre più difficile da trattare. Il nuovo mercato del lavoro vede sempre più nuove forme di lavoro, nuove tecnologie, minore manodopera, digitalizzazione, carenza dei rapporti e della regolamentazione generale. Difronte a questo contesto l’allarme lanciato dal sindacato è quello di ripristinare innanzitutto l’azione del lavoratore come protagonista nel mondo del lavoro, nei luoghi di lavoro e non solo. Di riportare in auge i valori del lavoro e la fiducia in esso come strumento di emancipazione personale e sociale. Il lavoro è un valore sociale, costituzionalmente regolato, non può essere dimenticato. Un pilastro sociale dato dai padri fondatori che credevano nella forza del lavoro come aggregazione per la ricostruzione nazionale. È necessario tornare allo spirito dei nostri predecessori, tornare a fare gruppo, sentirsi unica compagine sociale, fiduciosa del proprio valore sociale. Per arrivare a questo è necessario portare il lavoratore fuori dalla cieca prospettiva del lavoro inteso come bisogno. È così che il lavoratore ha perso la fiducia in sé stesso come protagonista, è stato privato di ogni ideale e prospettiva per il futuro, relegandolo alla mera attività lavorativa come fonte di reddito. Lo stato di bisogno generato da ovvi fattori socio economici, ha portato il lavoratore alla spersonalizzazione, all’abbandono degli ideali e delle prospettive più nobili per un lavoratore. Si è creato una diffidenza nel sistema, nel lavoro e nelle persone che lo rappresentano, quindi anche il sindacato. È venuto meno il rapporto con il sindacato, la fiducia nella rappresentanza, il tesseramento e la voglia di credere nel cambiamento. La situazione di crisi economico –lavorativa ha portato il lavoratore in una forte crisi riversata nei rapporti, nel dialogo e nell’empatia. Il lavoratore non si è più riconosciuto nelle istituzioni, ed ha reagito con il volersi allontanare anche da quegli intermediari e luoghi che fino a poco prima lo avevano rappresentato come il sindacato.
Il sindacato ha dovuto trovare nuovi strumenti per ripristinare il suo ruolo sociale per riconquistare la fiducia nei cittadini. Infatti oggi ha una veste diversa, si trova a fronteggiare una realtà complessa e in divenire, ma si pone l’obiettivo, anche attraverso i giovani di poter ripristinare i valori sociali che lo hanno fatto nascere. Il sindacato si è innovato nelle forme, e si sta adattando alla nuova realtà, offrendo la concretezza e la tutela che da sempre lo hanno caratterizzato, facendo i conti con non poche difficoltà.
Il sindacato propone oggi non solo rappresentanza, tutela, ma servizi al cittadino. È il primo interlocutore che si allea con il cittadino difronte alle difficoltà sociali e istituzionali. Il mondo del sindacato deve essere promosso in tutti gli ambiti sociali, fatto conoscere a tutti i livelli per cancellare il timore che spesso nasce dalla non conoscenza e dalla falsa pubblicità. Bisogna avvicinarsi al sindacato ed entrare nel sistema dei servizi ormai imprescindibili che offre. Questo sarà possibile, se ci si avvicina al mondo della Cis, la quale fonda la sua soggettività politica autonoma e la sua rappresentanza sociale nell’orizzonte dei valori etici che ne segnano dalla nascita l’identità, ispirata dalla Dottrina sociale della Chiesa e arricchita dall’esperienza sociale autonoma, laica e aconfessionale che da sempre lo ha caratterizzato (cit. Annamaria Furlan all’apertura del XVIII Congresso).
L’obiettivo del nuovo sindacato del futuro è quello di tornare a costruire l’empatia attraverso il dialogo. Ricostruire il potere della rappresentanza con il mandato forte della fiducia del lavoratore e del cittadino in quanto tale. Per far questo è necessario tornare a costruire le relazioni personali, fatte di strette di mano e sguardi sinceri, è necessario condurre per mano tutti, partendo dai più deboli quelli che meno si sentono rappresentati dalle istituzioni e che si sentono soli contro il sistema ricordava Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto Cisl nel suo intervento. Bisogna ripartire dalle periferie, che non si identificano con i posti più remoti delle nostre città, ma indicano coloro che hanno meno possibilità di accedere ai servizi e far sentire la loro voce. Partendo da loro si può arrivare agli altri, si possono connettere le storie, i mestieri e si può tornare a costruire i valori, le persone, la rappresentanza, il lavoro.
Cinque giorni intensi, ricchi di stimoli e nuovi incontri. Incontri di collaborazione e amicizia che possano dare nuovo volto al sindacato. Un’esperienza entusiasmante ed unica che porta i giovani al confronto con la realtà circostante che abbatte i confini regionali e che proietta tutti verso un futuro giovane targato Cisl.