Alla fine di una lunga controversia legale iniziata nel 2013, è stata fatta giustizia nei confronti di due consumatori veronesi si sono visti sottrarre dal proprio libretto 1.350 euro.
La cifra è infatti finita nelle mani di una persona terza che ha ricevuto, per un errore di una dipendente di Poste Italiane, i soldi presenti sul libretto nominativo dei nostri assistiti.
I due consumatori si sono rivolti al Giudice di Pace che ha subito condannato la società a corrispondere la cifra indebitamente prelevata e a pagare le spese processuali.
Tutto bene quel che finisce bene, se non fosse che Poste Italiane ha fatto ricorso affermando che gli intestatari, secondo il contratto di deposito postale, avrebbero dovuto contestare il prelievo non autorizzato entro e non oltre 60 giorni.
La situazione paradossale ha trovato la sua giusta conclusione solo al secondo grado di giudizio, con l’intervento del Tribunale di Verona che ha respinto l’appello ritenendo la clausola vessatoria perché “limitativa del diritto ad agire per far valere l’inadempimento contrattuale, pur a fronte di condotta gravemente negligente”.
Consiglio di Adiconsum: Controlla regolarmente i tuoi conti e verifica che i prelievi coincidano con le tue spese.